lunedì 15 novembre 2010

VASTATOR - Machine Hell


Informazioni
Gruppo: Vastator
Anno: 2010
Etichetta: Inferno Records
Contatti: www.myspace.com/vastatoronline
Autore: Mourning

Tracklist
1. Machine Hell
2. 8.8
3. The Gods Give No Reply
4. Fiend
5. X-Terminate
6. Hawker Hunter
7. Reminiscense
8. Combustible En La Sangre
9. Puñado De Almas
10. El Ultimo Grito En El Infierno
11. Caleuche

DURATA: 53:45

La coerenza e la voglia di fare prima o poi pagano, i cileni Vastator sono un valido esempio di come la passione e una fervida volontà portino risultati seppur si sia dovuto attendere anni e anni.
Li avevamo già incrociati, avevo infatti recensito "Hell Only Knows", un buon album di heavy/speed anni Ottanta e non hanno intenzione di virare o svendersi, il neo-nato "Machine Hell" n'è infatti degno successore seppur sia la qualità dei pezzi, sia i suoni siano migliorati, in aggiunta si può notare come la musica in alcuni frangenti sia adesso più greve e ancor più aggressiva rispetto al passato.
Undici brani che si nutrono della decade motrice dell'heavy movement, le presenze di Judas Priest, Iron Maiden, Mercyful Fate si miscelano ai tratti di Iron Angel, Metalchurch e Satan's Host inscenando un tributo in piena regola agli anni d'oro.
Le influenze citate si palesano nell'ascolto, basterà lasciar scorrere infatti i pezzi e sarà facile per voi intravedere mentalmente le immagini dei grandi che in brani come "Fiend", "X-Terminate" e "Reminiscence" vengono tirati in causa.
La prestazione dietro al microfono di Nelson "Rob Díaz" D'Aldunce è di gran livello, ci mette davvero tutto se stesso toccando picchi vicini anche al King Diamond dei bei tempi che comunque rimane difficilmente raggiungibile per chiunque, si mette in gioco nel duetto che lo vede protagonista insieme alla cantante dei Benedictum, Veronica Freeman, in "The Gods Give No Reply" dove le voci s'incastrano alla grande e mostra d'esser costantemente sul brano.
Quello che risalta più all'orecchio è come i vari episodi risultino essere adesso più fluidi ed elaborati, il guitarworking di Felipe Hernandez è decisamente il punto più positivo per eccellenza di cui tener conto e registrare nel taccuino delle migliorie apportate e se in "Hawker Hunter" viene invitato il signor Metal Mike Chlasciak per offrire prova solistica per aumentare la valenza del pezzo, onestamente non credo che il ragazzo in questione avrebbe fatto meno di quello che il musicista statunitense è riuscito a dare.
I compagni d'avventura dediti a mantenere il motore a regime adatto, Peyote "Green Arrow" Barrera al basso e Gerardo Barrenechea alla batteria, sono alquanto affiatati e non si lasciano scappare i momenti per mettersi in evidenza, vi sono infatti attimi in cui le linee di Peyote, messo decisamente in risalto nella produzione, si rendono ficcanti e incalzanti fornendo una spinta aggiuntiva e altri in cui il drummer si prende la libertà di sfoggiare la sua preparazione, cosa che avviene ad esempio con l'assolo della durata di quasi due minuti che prende forma all'interno della lunga ed epica "Caleuche" che per vie traverse ricorda "Travel In Stygian" e "Dante's Inferno" degli Iced Earth come mood.
"Machine Hell" è un disco più che piacevole e che i fedeli alle sonorità eighties apprezzeranno di sicuro, i Vastator del resto passo dopo passo stanno crescendo e se continuano su questa strada non saranno più solamente degli outsider, almeno agli occhi di chi non limitandosi a seguire i soliti quattro morti viventi, quotati odiernamente più per il nome che dal valore dei dischi prodotti, cerca di viversi la scena nel mondo più ampio possibile.

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