lunedì 1 ottobre 2012

ANTIQUUS INFESTUS - The Cult Of Ra


Informazioni
Gruppo: Antiquus Infestus
Titolo: The Cult Of Ra
Anno: 2012
Provenienza: Cesena, Emilia Romagna, Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: antiquusinfestus.bandcamp.com/
Autore: Bosj

Tracklist
1. The Chapter Of Not Letting The Heart Of A Man Be Snatched Away From Him In Khert-Neter
2. A Hymn Of Praise To Ra When He Rises In The Eastern Part Of Heaven
3. Let Thy Salts Dry Out And Preserve More Flesh Than Bones
4. I Am The Flame That Illuminates The Millions Of Years To Come

DURATA: 17:55

Secondo demo in studio per gli Antiquus Infestus, formazione nostrana attiva dallo scorso anno che, nel tempo trascorso tra l'uscita di questo "The Cult Of Ra" e la pubblicazione di questa recensione (di cui approfitto per chiedere formalmente scusa alla band per la lunga attesa, purtroppo problemi personali mi hanno costretto ad uno stop di quasi due mesi), ha già pubblicato un primo EP. Considerando anche il primo demo autoprodotto dello scorso anno, non si può certo dire che ai Nostri manchi la voglia di fare.
Venendo al prodotto in questione, "The Cult Of Ra" è una release quadritraccia dalla durata poco superiore al quarto d'ora che, in caso non ve ne foste accorti, si pone sulla scia concettuale dei lavori dei sempiterni Nile di Karl Sanders. Al di là dei titoli interminabili e della tematica egizia, troviamo poi fortissimi rimandi musicali anche ai Behemoth del "secondo periodo", particolarmente nel riffing grosso e spesso che supporta le linee melodiche marcatamente arabeggianti ("A Hymn...") o che si pone in un ruolo più protagonista in altre situazioni ("Let Thy Salts..."). Ancora, a giustificare la classificazione dell'operato del gruppo come "death/black", c'è il cantato di Sverkel che, unito ad altre influenze chitarristiche, rimanda molto all'operato di Tobias Sidegard e soci, ragione sociale Necrophobic, e a tutta la scena scandinava che da loro e dai Dissection ha avuto origine.
Fatte le dovute introduzioni, poi, si segnala il fatto che le composizioni del trio emiliano, complice la mai eccessiva durata, scorrono piacevolmente tra un riff, un assolo e una strofa, nonostante la mancanza di momenti particolarmente personali. Per questo, tuttavia, c'è tempo; una band attiva da un così breve periodo, con tanta voglia di fare, è giusto che cerchi la propria strada e si assesti sulle proprie coordinate, prima di poter raggiungere quella maturità che, allo stato attuale delle cose, sembra essere a portata di mano.

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